venerdì 29 novembre 2013

Il principe Calaf e la principessa Turandot( Fiabe Persiane)


C'era una volta il principe Calaf, figlio del re della terra di Persia. Calaf era un bellissimo giovane, ma era anche astuto, intelligente, generoso ed amato da tutti. Un giorno un sultano di un regno vicino chiese un pedaggio altissimo ai carovanieri che andavano nel Paese del padre di Calaf: il padre di Calaf e Calaf presero le difese dei loro mercanti e vennero attaccati dal sultano.
Il sultano aveva alle sue dipendenze un mago che gli aumentò il numero di soldati con un incantesimo: per cui riuscirono a sconfiggere l'esercito del padre di Calaf e a cacciare via la famiglia reale dalla Persia.
Calaf, con suo padre e sua madre, vagarono a lungo nel deserto finché non giunsero in un altro regno d'Oriente. Lì Calaf iniziò a lavorare come sellaio. In quel regno vivevano un re con la figlia, la principessa Turandot; un giorno in cui Calaf era nella sua bottega sentì i banditori che annunciavano che tutti dovevano nascondersi perché usciva la principessa Turandot.
Curioso, rimase a guardarla e fu colpito dalla sua bellezza. Aveva sentito dire che Turandot doveva ancora sposarsi, e si informò da una vecchia fattucchiera al mercato su cosa succedeva.
La principessa Turandot non fa distinzioni di ceto. Vuole sposare solo chi risponderà a determinate sue domande. In tanti ci hanno provato, e tutti quelli che hanno fallito sono morti!
Calaf decise di tentare: Turandot era troppo bella per non rischiare. Così si presentò al suo cospetto. Turandot gli disse: Ti pongo il primo quesito: qual è la creatura che abita in tutti i Paesi, che è amica di tutti e non tollera nessuno uguale a sé? E' il sole, rispose Calaf, vive ovunque, ama tutti e nessuno può essere simile a lui!
Allora Turandot continuò dicendo: Chi è la madre che mette al mondo tutti i suoi figli e poi li divora quando sono cresciuti? E' il mare, rispose Calaf, madre di tutte le onde che poi ritornano in lui!
E per finire Turandot gli chiese: Qual è quell' albero le cui foglie sono bianche da un lato e nere dall'altro? L'anno, disse Calaf, che alterna giorno e notte.
Allora Turandot gli disse: Hai vinto tu! Poco tempo dopo furono celebrate le nozze di Calaf e di Turandot: grazie all'esercito del suocero, Calaf poté riconquistare il regno di suo padre... Ma questa è un'altra storia e la racconteremo la prossima volta.

mercoledì 27 novembre 2013

cenerentola ( fiabe sonore )


Due sassolini azzurri

Due sassolini, grossi si' e no come una castagna,giacevano sul greto di un torrente.
Stavano in mezzo a migliaia di altri sassi,grossi e piccoli,eppure si distinguevano da tutti gli altri.Perche' erano di un intenso colore azzurro.Loro due sapevano benissimo di essere i piu' bei sassi del torrente e se ne vantavano dal mattino alla sera.
"Noi siamo i figli del cielo!",strillavanoquando qualche sasso plebeo si avvicinava troppo."State a debira distanza! Noi abbiamo il sangue blu.Non abbiamo niente a che fare con voi!"
Erano insomma due sassi boriosi e insopportabili. Passavano le giornate a pensare che cosa sarebbero diventati,non appena qualcuno li avesse scoperti. "Finiremo certamente incastonati in qualche collana insieme ad altre pietre preziose com e noi".
"Sul dito bianco e sottile di qualche gran dama".
"Sulla corona della regina d'Olanda".
Un bel mattino, mentre i raggi del sole giocavano con le trine di spuma dei sassi piu' grandi, una mano d'uomo entro' nell'acqua e raccolse i due sassolini azzurri.
"Evviva!", gridarono i due all'unisono." Si parte!"
Finirono in una scatola di cartone insieme ad altri sassi colorati.
"Ci rimarremo ben poco!" dissero,sicuri della loro indiscussa bellezza.
Poi una mano li prese e li schiaccio' di malagrazia contro il muro  in mezzo ad altri sassolini,in un letto di cemento tremendamente appicicoso.
Piansero,supplicarono,minacciarono.
Non ci fu niente da fare.
I due sassolini azzurri si ritrovarono inchiodati al muro.
Il tempo ricomincio' a scorrere,lentamente.I due sassolini azzurri erano sempre piu' arrabbiati e non pensavano che ad una cosa:fuggire.
Ma non era facile eludere la morsa del cemento,che era inflessibile e incorruttibile.
I due sassolini non si persero di coraggio.
Fecero amicizia con un filo d'acqua, che scorreva ogni tanto su di loro.
Quando furono sicuri della lealta' dell'acqua,le chiesero il favore che stava loro tanto a cuore."Infiltrati sotto di noi,per piacere. E staccaci da questo maledetto muro."
Fece del suo meglio e dopo qualche mese i sassolini gia' ballavano un po' nella loro nicchia di cemento.
Finalmente una notte umida e fredda, Tac! Tac!:  i due sassolini caddero per terra."Siamo liberi!".
 e mentre erano sul pavimento, lanciarono un'occhiata verso quella che era stata la loro prigione.
"Ooooh!" .La luce della luna che entrava da una grande finestra illuminava uno splendido mosaico.
Migliaia di sassolini colorati e dorati formavano la figura di Nostro Signore. Era il piu' bel Gesu' che i due sassolini avessero mai visto.Ma il volto...il dolce volto di Gesu', in effetti aveva qualcosa di strano.Sembrava quello di un cieco.
Ai suoi occhi mancavano le pupille!
"OH,no!".I due sassolini azzurri compresero.Loro erano le pupille di Gesu'. Chissa' come stavano bene, come brillavano,come erano ammirati lassu.
Rimpiansero amaramente la loro decisione. Quanto erano stati insensati!
Al mattino un sacrestano distratto inciampo' nei due sassolini e, poiche' nell'ombra e nella polvere tutti i sassi sono uguali,li raccolse e, brontolando, li butto' nel bidone della spazzatura..
( da "La buonanotte" bollettino salesiano)

martedì 26 novembre 2013

La cavalletta e le formiche (Walt Disney)


la rosa blu

Sentendo vicina la propria fine,l'imperatore della Cina volle trovare un marito per la sua unica figlia.
Questa non era solo la piu' elegante e la piu' colta di tutte le fanciulle dell'Impero, ma er anche di gran lunga la piu' bella. Aveva un unico neo: non voleva affatto sposarsi.
Siccome il padre la supplicava, dichiaro' che avrebbe accettato come sposo colui che le avesse portato una rosa blu.
Appena furono a conoscenza della condizione, tutti i giovani principi e nobili dell'Impero si precipitarono alla ricerca di una rosa blu.Una ricerca vana.Uno dopo l'altro rinunciavano.
Alla fine rimasero in tre.
Il primo era il mercante piu' ricco dell'impero,piu' ricco dello stesso imperatore.
Ando' dal piu' grande alchimista del mondo che con filtri e liquidi colorati trasformo' una rosa bianca in una perfetta rosa blu.
Senza perdere tempo,il mercante porto' la rosa al palazzo imperiale.La proncipessa impallidi', ma poi guardando la rosa disse:" Se una farfalla si posasse su questa rosa morirebbe avvelenata."
E getto' via la rosa con disgusto.
Il secondo era il generale delle armate imperiali. Domando' al piu' abile gioielliere del mondo di fargli una rosa blu intagliata in uno zaffiro.
Quamdo la principessa poso' i supi occhi color della notte sulla rosa che brillava vellutata come l'acqua del mare che riflette il cielo, disse:"Papa',non vedi che none' una rosa, ma solo uno zaffiro a forma di rosa?"
Il terzo pretendente era il figlio del primo ministro,un giovane,bello. colto e gentile.
Fece lavorare per tre mesi tutti i migliori artisti del paese per creare un a rosa blu di finissima porcellana.
"La terro' perche' e' bellissima"; disse la principessa, " Ma e' solo un soprammobile":
Cosi' anche il terzo pretendente fu rifiutato.
Una bella sera d'estate, la principessa ammirava il tramonto dalla sua finestra, quando senti' qualcuno che cantava. Era un giovane poeta che passava di la' per caso.
I suoi occhi incontrarono quelli della fanciulla. Rimasero per un  po' in silenzio. Poi il giovane poeta disse dolcemente:
"Io desidero sposarti".
"Ahime'", rispose la principessa.
"Io sono la figlia dell'imperatore, e ho promesso di sposare solo colui che mi portera' un arosa blu.Finora nessuno c'e' riuscito".
"La trovero' ", disse il poeta.
Il mattino dopo il poeta raccolse una rosa bianca e la porto' all'imperatore
Questi la presento' alla figlia  ridendo.La principessa prese la rosa e disse senza esitazione:" Oh,finalmente,ecco la rosa blu!
L'imperatore ci mise un bel po' prima di riaversi dalla sorpresa.
I ministri e icortigiani cominciarono a mormorare:" Ma questa rosa non e' blu.....
Ma la principessa replico': " I vostri occhi non funzionano!Questa rosa e' blu , ve l'assicuro.
Guardate bene e vedrete che e' di un blu meraviglioso!
Tutta la corte tacque..... La principessa sposo il poeta e furono felici per sempre.

 Si vede bene solo con il cuore.....

lunedì 25 novembre 2013

La gallina dalle uova d'oro

Un contadino trovò un giorno nel suo pollaio un uovo tutto d'oro. Pensò di aver visto male, si avvicinò meglio, lo prese in mano...
-E' proprio d'oro- disse al colmo della gioia -d'oro zecchino!
Prese il prezioso uovo e, con molta cura, lo portò in casa. Anche la moglie rimase dapprima stupita poi felice disse al marito:
-Siamo ricchi. Abbiamo una gallina che fa le uova d'oro. Non saremo più costretti a lavorare.
-Aspettiamo a essere così sicuri- rispose il marito -può essere un caso. Non sappiamo ancora se possediamo una gallina che ci fa le uova d'oro o se questo è piovuto, chissà come, dal cielo.
Il giorno seguente ansioso ed emozionato il contadino entrò nel pollaio. L'uovo d'oro era là, e l'uomo tirò un gran sospiro di sollievo.
-E' proprio vero!- gridò quindi alla moglie uscendo di corsa dal pollaio.
-Abbiamo una gallina che fa uova d'oro. Dobbiamo scoprire quale fra le nostre pollastre ci fa le uova d'oro, così la separeremo dalle altre e la nutriremo meglio.
Spiarono a lungo il pollaio e scoprirono qual'era la preziosa gallina, poi costruirono solo per lei un pollaio più spazioso e più bello in cui la rinchiusero da sola a fare le uova d'oro. Non ebbero più bidsogno di lavorare e diventarono ricchi. Però, man mano che si arricchivano e che la loro fattoria si ingrandiva senza che dovessero lavorare, i due cominciarono a chiedersi perchè dovevano stare ad aspettare un solo uovo al giorno e dicevano:
-Certo che un uovo al giorno non è poi tanto! Se ne facesse almeno due!
-Secondo me- dichiarò un giorno il contadino -questa gallina ha un mucchio d'oro nella pancia e noi stiamo qui ad aspettare un piccolo uovo al giorno, mentre potremmo diventare ricchissimi in un momento solo.
Con questo pensiero in testa uccise la gallina che faceva le uova d'oro, ma trovò che dentro era fatta come tutte le galline.
Così, per l'avidità di arricchirsi, perse anche la possibilità di ricevere quanto aveva ricevuto fino a quel giorno.

Anonimo francesese.

Gli gnomi....storie...


Un calzolaio, senza sua colpa, era diventato così povero che non gli restava altro se non un pezzo di cuoio per fabbricare un paio di scarpe. Le tagliò di sera per farle il giorno dopo; e siccome aveva la coscienza pulita, andò tranquillamente a letto, si raccomandò a Dio e si addormentò. Al mattino, dopo aver detto le sue preghiere, volle mettersi al lavoro; ed ecco che le scarpe erano sulla tavola bell'e pronte. Egli non seppe che dire dalla meraviglia e, quando si avvicinò per osservarle, vide che erano fatte magistralmente: non c'era un punto sbagliato; un vero capolavoro. E quello stesso giorno venne pure un compratore, al quale le scarpe piacquero tanto che le pagò più del dovuto; così con quella somma il calzolaio pot‚ acquistare cuoio per due paia di scarpe. Le tagliò la sera per mettersi al lavoro di buon mattino, ma non ne ebbe bisogno poiché‚, quando si alzò, erano già pronte e non mancarono neanche i clienti che gli diedero denaro a sufficienza per comprare cuoio per quattro paia di scarpe. Egli le tagliò di nuovo alla sera e le trovò pronte al mattino; e si andò avanti così: quello che egli preparava la sera, al mattino era fatto, sicché‚ ben presto egli divenne un uomo benestante con tutto il necessario per vivere. Ora accadde che una sera, verso Natale, l'uomo aveva appena finito di tagliare il cuoio e, prima di andare a letto, disse a sua moglie: -Che ne diresti se stanotte stessimo alzati, per vedere chi ci aiuta così generosamente?- La donna acconsentì e accese una candela; poi si nascosero dietro gli abiti appesi negli angoli della stanza e stettero attenti. A mezzanotte arrivarono due graziosi omini nudi; si sedettero al tavolo del calzolaio; presero tutto il cuoio preparato e con le loro piccole dita incominciarono a forare, cucire, battere con tanta rapidità, che il calzolaio non poteva distogliere lo sguardo, tutto meravigliato. Non smisero finché‚ non ebbero finito e le scarpe non furono bell'e pronte sul tavolo; poi, prima che spuntasse il giorno, se ne andarono via saltellando. Il mattino dopo la donna disse: -Gli omini ci hanno fatti ricchi, dovremmo mostrarci riconoscenti. Mi rincresce che se ne vadano in giro senza niente da mettersi addosso e che debbano gelare. Sai cosa farò? Cucirò loro un camicino, una giubba, un farsetto e un paio di calzoncini, e farò un paio di calze per ciascuno; tu aggiungici un paio di scarpette-. L'uomo fu ben contento e la sera, quando ebbero terminato tutto, misero sul tavolo i regali al posto del cuoio; poi si nascosero per vedere che faccia avrebbero fatto gli omini. A mezzanotte giunsero di corsa tutti e due e volevano mettersi subito a lavorare, ma quando videro i vestiti mostrarono una gran gioia. Li indossarono in fretta e furia, poi fecero capriole, ballarono e saltarono fino a quando uscirono dalla porta. Da allora non tornarono più, ma il calzolaio se la passò bene tutta la vita.
(fiaba dei fratelli Grimm)

Il frutto della verita'


Questa e' una storia di tanto  tanto tempo fa,quando non c'erano treni,ne' automobili,ne' strade asfaltate,ma per viaggiare si dovevano attraversare foreste e c'era il pericolo di briganti e belve feroci lungo la strada.Per questo le persone viaggiavano in gruppi e formavano carovane.Non ci si fidava certo a mettersi in viaggio da soli su un carretto trainato da un paio di buoi!
Una volta una carovana di viaggiatori stava attraversando il deserto.Tra di loro c'era anche un ragazzino di quattordici anni che stava andando in citta' a trovare la sorella malata.
Aun certo punto la carovana si imbatte' in una grossa banda di briganti,i quali fecero prigionieri tutti i viaggiatori,portandoli al cospetto del loro capo.Il capo della banda esamino'attentamente ciascun prigioniero e tutto cio' che trovo' addosso ai viaggiatori che avesse un minimo valore fu portato via.Anche il ragazzino fu perquisito,ma non sembrava possedesse altro che abiti logori.Il brigante gli chiese: " Non hai alcun bagalio?"
Il ragazzo rispose:" Possiedo quaranta monete che mia madre ha cucito nelle mie vesti.Sto portando il denaro in citta' a mia sorella,che e' malata e si deve curare!"
Il capo dei briganti rimase molto sorpreso nell'udire quella risposta e dapprima penso' che si trattasse di uno scherzo.Ma quando gli abiti del ragazzo furono tagliati,ne uscirono veramente quaranta monete.
Allora il brigante disse al ragazzo:"Le tue vesti sono tanto logore che nessuno avrebbe creduto che nascondessi una simile somma di denaro.Perche' me lo hai rivelato?"
Il ragazzo rispose:"Mia mamma ha cucito il danaro proprio in modo che nessuno potesse averne sospetto.Ma al momento della mia partenza mi disse: "Figliolo non dire mai bugie!" e io promisi di obbedirle.Per questo ho dovuto rivelarvi l'esistenza del danaro!"
Il capo della banda di ladroni,colpito dall'amore per la verita' che il ragazzo aveva dimostrato,gli restitui' tutto il danaro.(da FIABE INDIANE :Mille e una fiaba).

domenica 24 novembre 2013

Arun,Varun e Kiranmala( FIABE INDIANE)

C'era una volta un re che regnava su un regno vastissimo e amava moltissimo il suo popolo,tanto che non solo governava con grande saggezza e giustizia, ma di tanto in tanto si travestiva e andava per il paese in incognito per sentire che cosa desiderasse la popolazione.
Un giorno,mentre vagava cosi' travestito passo' vicino a una casa e udi' tre ragazze che discorrevano tra loro.Erano tre sorelle."Il mio sogno e' sposare il cuoco del re" disse la maggiore. "In questo modo potro' avere manicaretti a pranzo ogni giorno!"
"Il mio desiderio piu' grande" disse la secondogenita,"e' sposare il maggiordomo del re.In questo modo potro' avere bellissimi vestiti e vivere in una bella casa!"
La piu' piccola non disse nulla.
"Perche' non dici nulla?" le chiesero le due sorelle.
Ma lei rimaneva zitta.Le due ragazze insistevano perche' anche lei rivelasse il suo piu' intimo desiderio.
Alla fine la sorella piu' giovane disse: be', se devo proprio dirvi qual'e' la cosa che desidero di piu', allora vi rivelero' che vorrei sposare il re.Cosi' diventerei regina e potrei aiutarlo a governare saggiamente e a migliorare le sorti di questo paese".
Il re udi' tutta la conversazione e, visto che le tre ragazze erano belle e di nobile aspetto,decise di realizzare i loro sogni.
Il giorno seguente ritorno' alla reggia,chiamo' a se' il cuoco e il maggiordomo e insieme si recarono alla dimora delle sorelle,Ciascuna sposo' l'uomo che desiderava e tutte e tre cominciarono a vivere felicemente.
Ma, via via che il tempo passava,le sorelle maggiori divennero invidiose della minore,perche' erano convinte che fosse piu' felice di loro.
La regina ebbe un figlio.Le sorelle si recarono a corte per assisterla durante il parto.Ma non appena il bimbo venne alla luce,prima che la madre potesse vederlo,le due sorelle lo portarono via e al suo posto misero un cucciolo di gatto.
Il bimbo fu rinchiuso in un orcio di terracotta e gettato nel fiume.
Quando il re seppe che sua moglie aveva avuto un parto tanto strano,si preoccupo', ma amava molto la moglie e cerco' di consolarla.La regina pianse per molti mesi...
Trascorsero due anni e la regina ebbe un altro figlio.Di nuovo le sorelle vennero ad aiutarla e ancora una volta la ingannarono.Prima ancora che la madre potesse vederlo,presero il neonato e lo sostituirono con un uccello.Come la volta precedente,misero il bimbo in un orcio di terracotta e lo gettarono nel fiume.
Il re e la regina soffrivano molto per la loro sfortuna.Dopo due anni la regina rimase ancora incinta.Questa volta diede alla luce una bambina bellissima.Ma ancora le due sorelle truffarono la regina
:Rapirono la bimba e al suo posto misero una bambola.La neonata fu messa in un orcio di terracotta e gettata nel fiume.
Quando il re seppe che per la terza volta la moglie aveva messo al mondo una creatura mostruosa,non resse al colpo.
Comincio' a pensare che sua moglie non fosse una donna ma una fattucchiera: quale donna,infatti puo' partorire un cucciolo di gatto, un uccello e una bambola?
Il re diede ordine che la regina fosse cacciata dal palazzo reale.La povera donna se ne ando' a vivere in una capanna,chiedendo l'elemosina perche' nessuno era disposto a darle ascolto e protezione.
Ma i neonati affidati al fiume non erano morti....
Non lontano dalla riva di quel fiume viveva un brahmano.
Un giorno,mentre faceva le sacre abluzioni nell'acqua del fiume,vide passare un orcio di terracotta.Lo afferro' e,visto che conteneva un bel bambino,lo porto' a sua moglie.
I due non avevano figli e il brahmano entro' in casa esclamando:"Moglie mia" ,il Signore ci ha mandato il figlio che tanto desideravamo.Lo alleveremo con ogni cura e saremo suoi genitori!"
Il brahmano e sua moglie cominciarono a prendersi cura del bimbo,che chiamarono Arun.
Trascorsero due anni.Un giorno il brahmano,mentre si trovava al fiume a fare le sacre abluzioni,vide un altro orcio di terracotta.Anche questa volta lo prese e, visto che conteneva un bambino,lo porto' a casa.
Sua moglie fu felicissima che il cielo avesse concesso loro un altro figlio.Lo chiamarono Varun.
"Oh,se avessimo anche una figlia saremmo proprio felici" penso' la moglie del brahmano.
E,infatti,due anni dopo il brahmano trovo' nel fiume un terzo orcio che galleggiava,con dentro una bellissima bimba.
"I tuoi desideri si sono tutti realizzati" disse l'uomo alla moglie."Ecco una figlia per te!"
La chiamatono Kiranmala.

Il brahmano e sua moglie erano molto contenti.I tre ragazzi crescevano belli e intelligenti.Il brahmano era ricco e non fece mancare loro nulla,adoperandosi perche' ricevessero la migliore istruzione possibile.
Ma il brahmano e la moglie erano anziani, e invecchiarono presto.


Un giorno morirono e i due fratelli e la sorella dovettero cavarsela da soli.
A loro non mancava nulla ma la casa dove vivevano era molto vecchia,cosi' decisero di farne costruire una nuova.
Quando fu pronto,Arun,Varun e Kiranmala si trasferirono nel nuovo palazzo,che avevano adornato con le cose piu' belle del mondo.
Un giorno si presento' loro un asceta.I tre fratelli lo accolsero con ogni riguardo e mostrarono verso di lui un affetto particolare.
L'asceta li benedisse,facendo grandi apprezzamenti alla loro casa e al loro parco.
"Voi avete tutto" disse."Per essere veramente felici vi manca soltanto una cosa".
"Che cosa?" chiesero i tre in coro.
"Molto lontano da qui c'e' una montagna" disse l'asceta,"sulla cima di quella montagna c'e' un albero d'oro e su quell'albero vivono due pappagalli,Portate nella vostra casa quei due pappagalli,seguite i loro consigli e otterrete la piena felicita'."
I due fratelli e la sorella ascoltarono con attenzione le parole dell'asceta." Ma per riuscire a raggiungere la cima della montagna e catturare i due pappagalli e' necessaria molta determinazione",aggiunse l'uomo."La cosa difficile e' che una volta presi i pappagalli non dovrete mai voltarvi indietro,per nessuna ragione! Chi si volta viene trasformato in una roccia!"
"Cercheremo di farlo" risposero i tre.
"Seguiremo le vostre istruzioni e porteremo a casa i due pappagalli!"
L'asceta li benedisse ancora una volta e se ne ando'.
Arun si mise in viaggio per primo alla ricerca dei pappagalli.Dopo molti giorni di cammino giunse in cima alla montagna.La' cresceva un albero e su di esso c'erano i due pappagalli.
Egli si arrampico' e li catturo'.
Mentre ritornava,pero',comincio' a sentire dietro di se' delle voci che lo chiamavano insistentemente.Incuriosito si volto' e immediatamente si trasformo' in una roccia.Trascorse molto tempo.Visto che Arun non ritornava, Varun decise di andare a vedere che cosa fosse successo e parti'.
Ma anch'egli,vittima della stessa distrazione del fratello,dimentico' gli insegnamenti dell'asceta e si fece ingannare dalle voci.
Kiranmala attese a lungo il ritorno dei fratelli, e poiche' dopo molto tempo non vi era ancora traccia dei due,decise di partire lei stessa.Si travesti' da uomo e si mise in cammino.Dopo diversi giorni di cammino giunse alla montagna.Cerco' l'albero e trovo' i due pappagalli.Dopo averli catturati comincio' a scendere dalla montagna.
Improvvisamente udi' un grido e una voce che la chiamava: Kiranmala! Kiranmala! Ma Kiranmala non si volto' a guardare.Si ricordava bene il consiglio dell'asceta e pertanto accelero' il passo.
Le voci divennero piu' forti e sembrava che fossero dovunque:"Kiranmala torna indietro!"
Ma la ragazza non presto' attenzione a cio' che c'era dietro di lei.Non si volto' a guardare,strinse piu' forte i due pappagalli e prosegui' per la sua strada.Giunta che fu ai piedi della montagna trovo' ad attenderla l'asceta,
"Tu sei la ragazza piu' coraggiosa del mondo" le disse."Sei riuscita a realizzare cio' che centinaia di valorosi giovanotti non sono stati in grado di fare!"
"Raccogli l'acqua con questo sacro recipiente e versala sulle rocce" continuo' l'asceta,indicando le rocce e un ruscello che sgorgava da esse.
Kiranmala raccolse l'acqua e la verso' sulle rocce.
Improvvisamente al posto delle rocce comparvero centinaia di giovani, i quali si inchinarono a lei e la salutarono con grande deferenza.Tra di loro c'erano anche i suoi amati fratelli Arun e Varun.
Arun,Varun e Kiranmala si congedarono dall'asceta e tornarono a casa.
Rinchiusero i pappagalli in una gabbia dorata e cominciarono a seguire i consigli dei due magici animali.
La vita scorreva serena,finche' un giorno i pappagalli dissero ai tre giovani che avrebbero dovuto portare a casa loro la vecchia mendicante che viveva in una capanna,indicando con precisione dove si trovava quella capanna,
Aggiunsero: "Trattate quella vecchia come fosse vostra madre e abbiate il massimo rispetto per lei!"
Anche questa volta i tre fratelli obbedirono ai pappagalli.
Andarono a cercare la donna e la portarono a casa loro.
Dopo qualche tempo i pappagalli dissero che era giunta l'ora di invitare il re.Diedero indicazioni su quali cibi cucinare e come disporli in tavola.Fu organizzato un sontuoso banchetto e vennero invitate le maggiori personalita' del regno.
Quando fu l'ora del pranzo,Kiranmala invito' tutti nella sala dei banchetti.
I pappagalli ossrvarono la scena dalla loro gabbia d'oro.
Kiranmala fece accomodare ogni invitato al posto che gli era stato destinato.Il re fu fatto sedere a un  tavolo riservato.
Cominciarono a giungere le pietanze.Il re fu servito in stoviglie d'oro ma tutto cio' che gli arrivava davanti si tramutava in pietra.Il sovrano non riusci' a mangiare proprio nulla e divenne furioso.
"Come osate  dare in pasto al vostro re delle pietre?"GRIDO' PIENO DI COLLERA,
Ma prima che qualcuno potesse rispondere,un pappagallo esclamo':
"Sire,prima che noi vi rispondiamo vogliate rispondere alle nostre domande!"
Meravigliato,il re guardo' il pappagallo che parlava con voce umana."Che cosa mi vuoi chiedere?"disse il re.
"Forse che una donna,fatta di carne e ossa,puo' mettere al mondo un gatto, un uccello e una bambola?"domando' il secondo pappagallo.
Il re rimase come fulminato.Molti anni prima aveva creduto a chi gli disse che sua moglie aveva messo al mondo un gatto,un uccello e una bambola.Ma ora la domanda del pappagallo gli sembrava molto saggia e gli fece comprendere la sua credulita':COME E' MAI POSSIBILE UNA COSA DEL GENERE?
"No", rispose il re,"effettivamente  non puo' essere.Ma vi prego ditemi la verita'.Che cosa accadde davvero tanti anni fa?"
I pappagalli gli raccontarono come erano andate le cose."Ecco i figli che vi erano nati:Arun,Varun e Kiranmala!"
Il re non stava piu' in se' dalla gioia.Abbraccio' i suoi due figli e la figlia e improvvisamente senti' la mancanza della sua perduta regina.
"E dov'e' la mia regina,che nella mia stoltezza ho scacciata?
"E' qui con i vostri figli!" risposero i pappagalli.
Nell'udire che la regina era li' insieme con i suoi figli ,Arun,Varun e Kiranmala furono molto sorpresi.
Corsero all'interno del palazzo a chiamare la donna che i pappagalli avevano detto di portare dalla capanna.
"Dunque tu sei veramente nostra madre!"esclamarono felici.
La regina abbraccio' i suoi figli e li strinse a se' tra le lacrime.
Il re condusse a corte la regina e tre ragazzi.Insieme con loro portarono anche i due pappagalli e tutti vissero a lungo felici e contenti